Se pensiamo alle funi metalliche, solitamente ci verrà in mente il mondo dell’industria pesante, dello spostamento di grandi carichi, e in generale un ambiente ben poco raffinato o sottile; ma le funi in acciaio inox costituiscono, in questo campo, la proverbiale eccezione, dato che vengon spesso impiegate in architettura con scopi decorativi oltre che funzionali, ad esempio nella costruzione di ringhiere e balaustre. Non si pensi però che la qualità anche ottima dell’acciaio inossidabile renda questi oggetti indistruttibili: anch’esse hanno i loro nemici mortali, e richiedono un’attenta manutenzione per rimanere nelle migliori condizioni a lungo.
La chiave del problema sta, paradossalmente, proprio nel fatto che una fune metallica, anche se in inox, è appunto una fune, ossia una struttura fatta di cavi intrecciati, e quindi piena di fessure e spazi vuoti sottili; per un oggetto metallico, questi sono pericolosissimi, perché sono i punti ideali per l’inizio dell’ossidazione e la diffusione della ruggine e della corrosione. Neppure l’acciaio definito “per uso in ambiente marino”, il grado 316, è davvero immune dagli effetti che la salsedine può generare infiltrandosi in tali anfratti: occorre un’attentissima manutenzione. Pensiamo infatti che un cavo standard, come un 7/7, è una fune fatta di sette gruppi di fili intrecciati fra loro, ciascuno dei quali è fatto a propria volta di sette cavi sottili ancora intrecciati. È facile immaginare quanti spazi vulnerabili all’ossidazione produca questa configurazione.
Non basta dunque scegliere l’acciaio migliore per mettersi al sicuro dal rischio di ruggine; cosa possiamo quindi fare per assicurarci che gli elementi non possano danneggiare la nostra fune metallica inossidabile? La risposta sta, come dicevamo, nella manutenzione, che passa attraverso prima di tutto una pulizia estremamente regolare e scrupolosa, così da penetrare in ogni anfratto, e secondariamente un regolare passaggio di prodotti a base di lanolina, che ingrassando la fune la vadano a proteggere da umidità e salsedine. Se dovesse capitare poi di notare un focolaio di ossidazione, occorrerà intervenire immediatamente lavando il punto incriminato in acido fosforico; se la ruggine non è ancora penetrata in profondità, sarà ancora possibile salvare la fune.