Gli antivibranti industriali sono noti come soluzioni essenziali per tutti quei problemi ben noti a chi lavoro con macchinari motorizzati, ossia le vibrazioni, gli urti, e il rumore. Qualsiasi dispositivo sia dotato di motore, dalle macchine pesanti a quelle più piccole, inizia a vibrare nel momento esatto in cui viene attivato: e alla lunga le vibrazioni che inevitabilmente ne derivano lo portano – esattamente come possiamo vedere su scala ridotta nelle nostre case con una lavatrice – a spostarsi leggermente lungo il pavimento. Per quanto questo possa apparire un problema minore, in realtà si tratta di una minaccia molto seria: le vibrazioni possono danneggiare il pavimento stesso, i macchinari circostanti, e perfino la macchina stessa che le genera. Per questo è necessario ricorrere agli antivibranti industriali: sostegni in grado di ammortizzare le vibrazioni generate dal motore stesso e quindi di ridurne gli effetti deleteri.
In soldoni, lo scopo degli antivibranti industriali è proprio quello di assorbire energia: quell’energia che il motore dissipa normalmente all’interno della struttura che lo contiene e delle sue stesse parti mobili. È quell’energia che genera le vibrazioni: e il primo effetto che hanno queste ultime è proprio quello di ridurne le prestazioni, seguito dalla generazione di danni veri e propri. E nessun dispositivo è immune, per natura, da questo pericolo, dalla lavatrice del nostro esempio a un semplice tagliaerba, fino a un’autovettura, o addirittura un aeroplano: tutti debbono montare dei supporti appositi, e per i macchinari pesanti sono richiesti antivibranti industriali, in grado di ammortizzare vibrazioni di grande entità.
Gli antivibranti industriali vengono disposti quindi in punti strategici, dove le vibrazioni tendono a concentrarsi, avvitandoli direttamente alla struttura di sostegno. A seconda dell’entità e del tipo di vibrazione – e del macchinario in questione – esistono modelli differenti: nei casi più semplici, e dove il problema è minore, si impiegano come antivibranti industriali dei semplici piedini in gomma speciale e metallo, mentre nelle situazioni di maggior complessità si fa uso di dispositivi più sofisticati, che assorbono le vibrazioni tramite sistemi a molle; in questi casi spesso occorre anche affiancare agli antivibranti industriali delle imbottiture aggiuntive, così da distribuire in maniera uniforme l’effetto smorzante.
Anche i materiali di cui sono costruiti gli antivibranti industriali sono differenti, a seconda della loro applicazione finale. Per quanto riguarda i modelli più semplici, solitamente si usa una parte metallica d’acciaio, spesso zincata, con un nucleo di gomma naturale o più spesso di neoprene: si tratta dei modelli ideali per i macchinari a basso carico, come ventilatori, motori elettrici leggeri e pompe di piccole dimensioni. In questi dispositivi, infatti, non si presentano gravi torsioni, e il peso è contenuto. Si usano invece antivibranti industriali più complessi, e composti di varie parti, quando si ha a che fare con macchinari più grandi e pesanti: si userà quindi una parte metallica in acciaio al carbonio, e per aumentare l’effetto di ammortizzazione e assorbimento delle vibrazioni si impiegheranno spesso delle gomme schiuma ad alto rendimento.