Parliamo un po’ di sordità

Non è facile parlare di problemi di salute, di nessun tipo: di solito ci piace pensare che non ci ammaleremo mai, che staremo sempre bene, e che il nostro corpo non avrà mai alcun problema. E la cosa si fa anche peggiore con certi tipi di malattia o disabilità, che per qualche ragione valida o meno sembrano spaventarci con maggiore intensità; una di queste è certamente la sordità, un problema che invece meriterebbe un trattamento più coraggioso e sereno, e sul quale si dovrebbero sfatare tanti miti negativi e falsi che lo rendono più spaventoso e quindi ne fanno parlare di meno. Proviamo invece a scoprire qualcosa che non sapevamo sulla sordità, piccoli aneddoti che magari ce la possono rendere, se non proprio simpatica, almeno un po’ meno minacciosa: del resto, non dimentichiamo mai che una persona su dieci, più o meno, ha qualche problema di udito, dalle più leggere difficoltà alla sordità completa.

Avete mai guardato una partita di football americano? Allora avrete sicuramente ben presente il momento in cui, prima dell’azione, l’intera squadra in campo si raggruppa, stretta, a capo chino, per discutere la strategia da utilizzare pochi secondi dopo. Forse avrete pensato che lo scopo fosse quello di non essere sentiti dagli avversari: ma pensandoci bene, noterete che spesso questi sono a una tale distanza che basterebbe non alzare la voce per non farsi sentire. No: a inventare il metodo, che poi prese piede, fu proprio un college per i sordi, perché l’alternativa sarebbe stata quella di obbligare il capitano a gridare le sue indicazioni, rendendole sì, a quel punto, palesi.

Rimaniamo nel settore dello sport? Rimaniamo, allora, anche negli Stati Uniti, ma cambiamo campo e spostiamoci in uno stadio di baseball: anche a chi non segue attivamente e frequentemente questo sport sono presenti i suoi momenti fondamentali, come ad esempio quelli che precedono immediatamente la battuta, nei quali il catcher, accovacciato, concorda a gesti con il pitcher che tipo di tiro effettuare. Bene: quei segni furono inventati, l’avrete ormai intuito, proprio da un sordo. Si trattava di William Hoy, un centrocampo sordo dei Cincinnati Reds.

Cambiamo completamente ambito. Conoscete la stenografia? Oggi se ne parla pochissimo, ma un tempo era un elemento essenziale delle competenze di qualsiasi segretaria: e anche adesso, se è necessario prendere appunti dal vivo per citare testualmente quanto detto, ad esempio, in una riunione, è lo strumento principale. Consiste, semplicemente, in un sistema di scrittura molto semplificato, che permette di scrivere tutto stando al passo con il ritmo della conversazione. Lo inventò un uomo di nome John Gregg… e l’avrete indovinato: era sordo.

Per oggi, probabilmente, abbiamo scoperto abbastanza aneddoti: meglio tornare al lavoro, magari con un buon sottofondo musicale. Che ne dite della Nona di Beethoven? È una musica splendida, e nel caso non lo sapeste, quando la scrisse, il musicista era completamente… sordo.