Decidere di avere un figlio è talvolta una scelta eroica. Siamo catapultati in una dimensione nuova in cui ridefiniamo noi stessi, ritrovandoci a seguire una nuova creatura anche nelle sue più basilari funzioni corporali e ad osservare una personalità che si compone, delicatamente, pezzo dopo pezzo, davanti ai nostri occhi.
Questo ci fa sentire spaesati ed iper-responsabilizzati, nel mezzo di pericoli reali o immaginati che vediamo ad ogni angolo ma anche confusi nella giungla dei consigli degli esperti e dei prodotti che un mercato ampissimo ci propone. Vorremmo sempre il meglio, ma dobbiamo talvolta scegliere tra la sostenibilità economica e la qualità del prodotto, e a volte anche ciò che ci viene propinato come articolo di qualità può nascondere insidie.
Essere genitori oggi
La genitorialità comporta una grossa ristrutturazione dell’immagine di sè, nasce una nuova identità oltre ad un nuovo essere. Si amplia il ventaglio dei ruoli all’interno della coppia dato che si crea un nuovo filtro con cui vedere il partner in quanto padre o madre e soggetto in un nucleo familiare più ampio.
Ci ritroviamo con pochi punti di riferimento e, per quanto riuscissimo a riconsiderare il ruolo dei nostri padri e delle nostre madri talvolta aggrappandoci a loro come esempio (positivo o negativo che sia), dobbiamo anche riconoscere che la figura genitoriale sia cambiata rispetto a pochi anni fa: nella nostra vita siamo chiamati ad una miriade di attività in più e l’arrivo di un figlio può rappresentare la nostra unica priorità solo “momentaneamente” dovendo riprendere, dopo un po’, il nostro lavoro e i nostri interessi.
Dobbiamo appoggiarci molto di più sulle istituzioni educative ed assistenziali e su nuove conoscenze, spesso acquisite da zero e in poco tempo, differenti da quel tipo di “saggezza popolare” dei nostri genitori, abitanti di un mondo decisamente meno connesso e informatizzato.
Questo nuovo set di saperi è anche retto da meccanismi pubblicitari che a volte creano nuove necessità, che sono spesso superflue alla crescita del bambino. Quando in un primo momento brancoliamo nel buio, ci vengono in apparente soccorso orde di prodotti sponsorizzati che promettono una crescita qualitativamente migliore generando, in noi, un certo senso di sicurezza, forti della convinzione di aver acquistato un articolo che potrà fare la differenza.
L’importanza di avere degli “alleati”
Ciò di cui abbiamo veramente bisogno è raccogliere informazioni razionali per non ritrovarsi a seguire mode studiate commercialmente, e possiamo farlo in virtù di questa nuova conoscenza condivisa e facilmente reperibile. Ma più le informazioni aumentano, più le cose si complicano e non significa che una maggior possibilità di scelta significhi una maggiore probabilità di fare un ottimo acquisto.
In questo marasma sono emerse delle “guide”, iniziative user-friendly che fanno del “fare chiarezza” la loro principale strategia di marketing. Oltre alle più famose associazioni per la tutela del consumatore, sentiamo di consigliarvi un’alternativa più in tema con l’argomento trattato: è il sito web www.ebaby.it e si occupa esclusivamente di selezionare e recensire articoli per bambini e di fornirci, appunto, le informazioni razionali che prima nominavamo.
Nella nostra “carriera” da acquirenti, impareremo a conoscere risultati di studi sulla crescita, a scoprire la ratio che c’è dietro la produzione di determinati articoli, a decifrare indici di qualità. Gli elenchi e le descrizioni presenti su Ebaby.it si basano proprio sui risultati di test di laboratorio e di indagini statistiche: scopriremo cose come l’importanza della forma e della consistenza dei biberon e dei succhietti per accompagnare il bambino fuori dalla fase dell’allattamento al seno oppure nomenclature come la denominazione INCI, utilizzata per identificare la composizione di prodotti come le creme cambio e quelle solari, e dunque il loro effetto sulla pelle del nostro bimbo.
Insomma, fare il genitore significa essere custodi di un futuro fragile e commovente, una vita che è vita grazie alle nostre cure. Ma in questo percorso non dobbiamo sentirci soli, siamo accompagnati da una comunità solidale fatta di altre madri, padri e “guide”, che ci permettono di dedicarci, con una preoccupazione in meno, ad accudire ciò che davvero riteniamo prezioso.